Cielo d'autunno by Fulvio Papi

Cielo d'autunno by Fulvio Papi

autore:Fulvio Papi [Papi, Fulvio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2021-11-10T00:00:00+00:00


Due Auschwitz

Il vessillo britannico del premio Nobel ungherese Imre Kertész è un’opera formata da tre racconti scritti tra il 1975 e il 1991, date che corrispondono a due differenti epoche politiche dell’Ungheria.

La prima appartiene al periodo in cui l’Ungheria era uno Stato satellite dell’URSS e ne riproduceva, nel “socialismo reale”, il sistema autoritario ideologico politico dominato dal potere del Partito Comunista. La seconda data, dopo la caduta del muro di Berlino, appartiene al momento in cui l’Ungheria è stata assimilata al sistema economico e politico dei paesi occidentali, nell’ordine liberaldemocratico.

Poiché nella valutazione di queste vicende comunemente si usa l’opposizione tra dittatura e libertà, è necessario osservare che per Kertész questa interpretazione non è valida: in entrambi i casi politici grava sulla persona comune come sullo scrittore la forza impositiva del potere. Per lo scrittore non esiste alcuna forma di libertà oggettivamente costruita da un potere giuridico che possa garantire l’iniziativa libera che ognuno può assumere per garantire il suo senso: si potrà considerare con maggiore chiarezza questa posizione quando prenderemo in considerazione il giudizio negativo che lo scrittore dà all’epoca contemporanea, dove l’umanità è ormai prigioniera nella sua prassi, nei suoi desideri e nel suo stesso pensiero di un pragmatismo di basso valore fondato tutto sullo scambio economico, nel dominio del mercato, sulla infinita potenzialità del denaro. In queste condizioni una autobiografia non può che essere priva di qualsiasi continuità di senso, essa decade piuttosto in quella strategia necessaria al singolo individuo inglobato in una identità collettiva, quale che sia il suo timbro ideologico.

La generalizzazione ideologica, quale che sia il suo lessico, il suo rapporto con un sistema di fini e di valori, provoca necessariamente una obiettivazione di forme, di regole, obblighi, estimazioni che sono la sconfitta in ogni caso, la repressione del livello spirituale che ogni singolo individuo può dare a se stesso quando viva il suo tempo come un tratto immanente al rapporto tra la vita e la morte. Appare così uno spazio intellettuale che contamina in una forma inedita la singolarità di Nietzsche con l’universalità cristiana: una sottrazione alle composizioni dell’esistenza che sono proprie del mondo contemporaneo.

Un linguaggio appartiene certamente a una storicità che ripete se stessa e quindi replica le risorse vitali che assumono forme collettive costruite da una generale e paradossale estraneità di ogni individuo rispetto all’altro. Non è un concetto che può spezzare questa uniformità che va dal mercato alla letteratura, ma un gesto emotivo che si sottrae per sua natura all’uniformità ripetitiva. Così “il vessillo britannico” è un’icona infantile in cui, nella sua semplicità, è depositata una dimensione emozionale di senso che non va considerata a livello di un simbolo storico, ma come un segno incancellabile nel processo di un’esistenza, il limite e la certezza di una vita alla ricerca del proprio destino.

Nel primo racconto troviamo, in una storia che ripete i tempi tradizionali di una narrazione, l’attesa comune di un destinatario che può essere lo stesso autore impegnato nel difficile intrigo di un’autocomprensione. La domanda fondamentale per uno scrittore che ha una



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